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Tribunale campano accoglie piano esdebitamento e taglia del 50% esposizione di contribuente

Accoglie piano esdebitamento e taglia del 50%

Debito_EsdebitamentoI debiti, a volte, si materializzano con effetti non dissimili a quelli di una tegola in testa. Un soggetto già provato da problemi lavorativi e quasi impossibilitato a far fronte alle spese vive sue e del proprio nucleo familiare, infatti, si ritrova messo con le spalle al muro, quando arriva un creditore a bussare alla porta. 
 
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Come fare, a questo punto, a non cedere alla disperazione? Dove trovare la lucidità necessaria ad affrontare, uno per volta, i problemi? Nel periodo “caldo” della crisi (2008-2011) molti, soprattutto imprenditori e liberi professionisti, non hanno retto all’onda d’urto innescata dai debiti, e sono ricorsi a un gesto estremo. Ed è stato proprio nel clima di sgomento e indignazione generale suscitati da tali episodi di cronaca che ha visto la luce la legge sul sovra-indebitamento, anche detta salva-suicidi, la n. 3 del 2012 (qui il nostro approfondimento). Oggi un importante traguardo è stato raggiunto: il provvedimento ha trovato applicazione anche in Campania, grazie all’intervento del Tribunale di Nocera Inferiore. 
 
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La pronuncia del giudice 

A pronunciarsi in merito è stato, il 30 novembre scorso, il giudice Mario Fucito, che ha aperto la strada alla possibilità, per i cittadini campani, di liberarsi delle pendenze in proporzione alle proprie effettive disponibilità economiche. 
Nello specifico, il Tribunale Civile ha accolto un piano di esdebitamento finalizzato a produrre un alleggerimento tra il 50% e l’80% del carico finanziario di un contribuente. 
 
La legge salva-suicidi offre insomma una preziosa via di uscita a quanti dimostrino di essere soggetti meritori e in buona fede, di aver contratto cioè debiti per far fronte a inderogabili esigenze, anche familiari.
La pronuncia del giudice di Nocera Inferiore Mario Fucito ha preso le mosse, un anno fa, dalla vicenda di un uomo che, per scongiurare gravi conseguenze economiche per sé e la propria famiglia, a seguito del “tiro incrociato” di istituti di credito e agenti di riscossione (Equitalia prima, oggi Agenzia delle Entrate Riscossione), aveva chiesto e ottenuto assistenza dall’Associazione Difesa Consumatori e Contribuenti.
 
 

La sentenza

La sentenza del Tribunale Civile di Nocera Inferiore rappresenta un positivo “punto di non ritorno”, in quanto finora, in Campania, l’applicazione della legge sul sovra-indebitamento era stata un fatto più unico che raro. 
Per evocare le dimensioni del fenomeno in una regione quale quella campana basta dire che la sola associazione Difesa Consumatori e Contribuenti sta seguendo attualmente circa 20 casi.
 
L’auspicio, quindi, è che la pronuncia proveniente da Nocera Inferiore squarci il velo sulle esatte proporzioni del fenomeno, rappresentando, nel futuro prossimo, un significativo precedente. 
 
La redazione 
 


 

 

Se la Posta Elettronica Certificata non rispetta le regole, il debito è annullabile

A cosa vi fa pensare la parola notifica? 

Posta_Elettronica_Certificata_PECProbabilmente, per associazione di idee, a concetti quale quello di rapidità. Tuttavia, spesso in passato questo ha rappresentato più un auspicio che non una realtà, anche a causa delle falle riscontrate a uno o più livelli all’interno del servizio postale nazionale. La tecnologia rappresenta quindi– perlomeno teoricamente - una conquista per i cittadini, soprattutto nel caso di comunicazioni in materia fiscale. In tal senso, una svolta potrebbe prodursi, nel giro di qualche anno, tramite l’utilizzo sistematico della PEC (Posta Elettronica Certificata).

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 Ogni nuova idea genera ulteriori bisogni

La digitalizzazione ha tuttavia aperto due nuovi ordini di problemi. In primo luogo, la necessità di fornire adeguate informazioni ai cittadini, così da permettere loro di sfruttare appieno i vantaggi connessi alla esemplificazione del processo di comunicazione. Contestualmente, spesso le istituzioni non hanno rispettato integralmente le norme inerenti la Posta Elettronica Certificata, producendo sui destinatari ripercussioni facili da immaginare.

Uno degli aspetti più controversi, è quello relativo al formato dei file allegati. Ieri Equitalia e oggi Agenzia delle Entrate Riscossione hanno infatti utilizzato documenti in pdf, e non in .p7m.

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 Cosa cambia, in concreto, per i destinatari di cartelle esattoriali?

Il secondo formato rappresenta una garanzia concreta per il contribuente, in quanto è caratterizzato dall’apposizione della firma digitale da parte dell’ente riscossore. Come viene segnalato l’impiego di file .p7m? Tramite apposita coccardina in corrispondenza della notifica.

Nelle scorse settimane vi avevamo parlato di un’importante pronuncia in materia da parte della Commissione Tributaria Provinciale di Salerno. Questa aveva infatti definito annullabili le cartelle esattoriali notificate tramite PEC attraverso file .pdf.

Qualche giorno fa l’orientamento è stato confermato, dopo che Equitalia aveva agito in giudizio sperando in un “ribaltamento” a suo favore.

La vicenda, che ha visto protagonista una società campana assistita dall’avvocato Vincenzo Sarnicola, si è quindi conclusa con la cancellazione di una serie di cartelle esattoriali il cui ammontare complessivo superava le migliaia di euro.

 Perché è importante questa pronuncia?

La sentenza recentemente emessa dalla Commissione Tributaria Regionale di Napoli (sezione di Salerno) è una delle prime nel suo genere in Campania. Peraltro, quasi certamente, produrrà effetti anche sulla definizione dell’indirizzo di posta elettronica certificata da cui Agenzia delle Entrate Riscossione dovrà inviare, da qui in avanti, le comunicazioni fiscali destinate ai contribuenti.

Alle tre società del Gruppo Equitalia S.p.A corrispondevano infatti altrettanti, distinti, indirizzi email. Il “trasloco” di competenze ad AER ha reso necessaria l’individuazione di un unico recapito elettronico in cui far convogliare tutti gli avvisi, sia quelli in uscita che quelli in entrata. 

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La redazione 

 

 


 

 

Cartella esattoriale mai ricevuta. Annullata pendenza di 300mila euro a Milano

Cartella esattoriale nulla

Cartella_Esattoriale_NullaI debiti possono essere più incrollabili della nostra stessa ombra. Spesso capita infatti che ci perseguitino per anni, perfino dopo che abbiamo concluso l’attività a cui la cartella esattoriale faceva riferimento. 
Che fare, quindi, quando ci piomba in testa la classica tegola, magari sotto forma di debito superiore a 100mila euro? In genere gli scenari possibili sono due: essere “paralizzati” dal panico senza riuscire a ricostruire i fatti e difendersi, oppure attingere al proprio spirito battagliero per far valere i propri diritti.  La storia del 50enne Gjok Sogja è una di quelle a lieto fine.
 
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Tre anni fa l’uomo aveva ricevuto una cartella esattoriale dall’importo superiore a 300mila euro e, nonostante inizialmente l’eventualità di perdere tutto ciò che possedeva sembrasse altamente probabile, in appello il giudice ha accolto la sua istanza. Gjok Sogja è stato difeso dall’avvocato Alessandro Frigerio di Monza. 
 

All’origine della controversia

La cartella esattoriale targata Equitalia che lo aveva raggiunto nel maggio 2014. A “bussare alla sua porta” era la Direzione del Lavoro Provinciale di Milano. Una doccia fredda, questa, aggravata dal fatto che, di lì a qualche tempo son seguiti il pignoramento della casa e dell’auto
Tutto era cominciato, però, ancora prima. Infatti nel 2011 la Direzione Territoriale del Lavoro di Milano aveva emesso un’ingiunzione recapitata al suo vecchio indirizzo. La procedura faceva riferimento all’azienda edile di cui Gjok Sogja era stato legale rappresentante. 
 
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La comunicazione

All’epoca, non lo aveva raggiunto, e così l’uomo era ricorso alle vie legali. In primo grado, nel 2015, Equitalia aveva incassato un verdetto positivo, ma la Corte d’Appello di Milano (Sezione Lavoro e Previdenza) ha rovesciato il giudizio. La cartella è stata quindi annullata e l’agente di riscossione dovrà anche farsi carico delle spese legali.
Tuttavia, Gjok Sogja non può dimenticare facilmente la pressione psicologica a cui la vicenda lo ha costretto. Così, il suo avvocato ha annunciato che potrebbe ricorrere in sede civile per ottenere un risarcimento. 
 
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La redazione 

 

 


 
 
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