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Notizie

Auto straniere: cosa rischiano oggi i furbetti?

Novità in vista per i proprietari di auto con targhe straniere

Targa-esteraDa martedì scorso, infatti, 1° febbraio 2022, la finestra temporale prevista per l’iscrizione del veicolo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA), passa da 2 a 3 mesi, in ottemperanza con quanto indicato dalla Corte di Giustizia Europea in riferimento al diritto comunitario. Si inaspriscono, contestualmente, le sanzioni a carico dei trasgressori.

D’ora in avanti, quindi, chi guida un’auto immatricolata all’estero ha 30 giorni in più per regolarizzare la propria situazione. Al termine dei 90 giorni previsti però, in caso contrario NON può più far circolare il veicolo in Italia, e se viene “pizzicato” incorre in una multa compresa tra 400 e 1.600 euro, e nel fermo amministrativo.

Sono esonerati da questo obbligo – e quindi dalle relative sanzioni – alcune categorie, tra cui i lavoratori transfrontalieri, autonomi i dipendenti, che quotidianamente escono dall’Italia per svolgere la propria professione in uno Stato che confina con l’Italia.

Cosa succede se, a partire dal 18 marzo 2022, un automobilista viene fermato mentre è a bordo di un’auto con targa straniera? Un esempio pratico: se NON è l’intestatario del veicolo ma si vive in Italia da più di 90 giorni, per scongiurare la multa deve poter certificare con appositi documenti da quanto, perché e come circola a bordo dello stesso.

Una stretta sulla regolamentazione e disciplina dell’uso di auto con targhe straniere sul suolo italiano si è resa necessaria in virtù del boom nell’uso delle stesse, determinato, a sua volta, dalla tassazione decisamente light rispetto a quella prevista dal nostro Codice della Strada.

La redazione



 


Se il cittadino ha trattato con la banca non è più cattivo pagatore

La storia infinita di un’iscrizione in Centrale Rischi…

Cancellazione Crif-Giudice di Pace - LecceLa segnalazione a cattivo pagatore oltre che perniciosa, rischia di durare più di un mutuo. Vale a dire, “restare in vita” anche DOPO che il cliente della banca o della finanziaria ha estinto il proprio debito, o quantomeno concluso una transazione/negoziato. Scenario, questo, non solo anomalo, ma anche illegittimo, perciò è diritto del privato (o imprenditore) inserito in lista nera chiedere – e ottenere – la cancellazione. Così il Giudice di Pace di Lecce attraverso una sentenza pubblicata lo scorso 9 marzo, e resa nota da Giovanni D’Agata (Sportello dei Diritti).

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La pronuncia è scaturita dalla vicenda di un cittadino salentino che, dopo essersi visto ripetutamente rifiutare una richiesta di finanziamento, aveva scoperto di risultare ANCORA iscritto in Centrale Rischi, nonostante fosse “uscito” vittorioso da una controversia bancaria. Era infatti stato rilevato che  l’istituto gli aveva addebitato interessi anatocistici per l’attivazione di una carta revolving, ma la situazione si  era ribaltata con un accordo sancito davanti all’Arbitro Bancario e Finanziario che aveva peraltro decretato il diritto dell’uomo ad essere risarcito.



 


Dal 2021 possibile segnalazione in CR anche per 100 euro di debito

Dio benedica il RID

RID-Centrale-RischiSe usufruisci della domiciliazione bancaria di utenze o rate di finanziamenti, sai già quanto può essere comodo pagare automaticamente le spese a scadenza fissa. Niente file in banca o posta significa infatti tempo e salute risparmiati. Purtroppo, però, da gennaio 2021 le cose sono cambiate. Ed in peggio.

Secondo le regole fissate dall’Autorità Bancaria Europea lo scorso anno, infatti, in caso di scoperto trimestrale (anche minimo, parliamo di 100 euro) non è più possibile beneficiare dell’addebito diretto su c/c di bollette e mutuo (per i privati) e di stipendi o contributi (per imprenditori e artigiani). E non è finita qui: se l’IBAN risulta in rosso per 90 giorni consecutivi, la banca ha facoltà di iscrivere il cliente in Centrale Rischi per morosità legata ad una o più utenze, segnalando così l’esistenza di un credito malato. Il che significa che nell’immediato futuro, e non solo, ottenere liquidità diventa impossibile…e questo, spesso, è il primo passo verso la paralisi. Professionale e personale.

Il cambiamento, che pure potrebbe sembrare banale o comunque irrilevante, sottende invece una rivoluzione della filosofia bancaria. Fino al 31 dicembfre 2020, infatti, l’iscrizione nelle centrali rischi dei cattivi pagatori era consentita SOLO in caso di mancato o insufficiente pagamento di una o più rata di mutui i prestiti.

Scoperto trimestrale: le dimensioni contano (e discriminano)

Nello specifico, la “tagliola” scatta in corrispondenza dei fatidici 100 euro per privati cittadini e piccole e medie aziende con fatturato inferiore a 5 milioni di euro, e che intrattengono rapporti finanziari con gli istituti di credito per importi entro 1 milione di euro.Le imprese che hanno un fatturato superiore a 5 milioni di euro, invece, possono permettersi uno scoperto di “addirittura” 500 euro, prima di ritrovarsi in black list.

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