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Notizie

Legittima la maggiorazione del 10% su multe pagate in ritardo

Qual è il peggior incubo di un automobilista? 

MultaRicevere una multa. Infatti, per ovvi motivi, risulta difficile – se non impossibile – ricostruire a distanza di tempo le azioni effettuate mentre si era alla guida, soprattutto tenendo conto del fatto che quotidianamente si trascorrono molti minuti in macchina.

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Guidare rappresenta insomma, spesso, un gesto pressoché meccanico, perciò è comprensibile il disorientamento che coglie l’automobilista quando si vede recapitare la famigerata busta con l’avviso di pagamento. Così, una delle exit strategy per cui si opta più di frequente è quella della contestazione, non solo in riferimento alla natura dell’infrazione, ma anche alle tempistiche. Tuttavia, una recente pronuncia della Cassazione quasi certamente ridurrà considerevolmente i margini di manovra da parte dei contribuenti.

La Terza Sezione Civile della Cassazione, con l’ordinanza n. 27887/2017, ha infatti stabilito che è legittima la maggiorazione del 10% applicata a cadenza semestrale per il ritardato pagamento delle multe scaturite da infrazioni stradali. L’arco di tempo a cui si fa riferimento è quello compreso tra il momento in cui la sanzione diventa esigibile, e il “trasferimento” dell’imposta all’agente di riscossione.

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La pronuncia si è resa necessaria

Dopo che un’automobilista aveva contestato una cartella esattoriale derivante da un credito maturato dal Comune a seguito di una violazione al Codice della Strada. Dapprima erano state riconosciute le ragioni della contribuente, ed erano state annullate le maggiorazioni determinate dall’applicazione dell’articolo 27 della legge 689 del 1981.

A quel punto il Comune si è rivolto alla Cassazione, che ha definito superato l’orientamento a cui la precedente pronuncia si era richiamata. Così, è stata ribadita la valenza non risarcitoria bensì di sanzione aggiuntiva della maggiorazione da ritardo. L’importo suppletivo è stato quindi ripristinato e l’automobilista è stata richiamata anche al pagamento delle spese legali. 

La redazione

 


 

 

Debiti: per far rinsavire il Fisco devono intervenire i giornali (?)

I Debiti fiscali

DebitiIl potere più efficace è quello che viene esercitato silenziosamente, attraverso una sorta di guanto di velluto. Un esempio lampante ne è l’egemonia che, ormai da qualche decennio, i mezzi di comunicazione di massa si sono conquistati. Questi infatti, dopo essersi ritagliati un posto di rilievo nella quotidianità delle persone, hanno assunto un ruolo decisivo nel modellare e orientare non solo l’opinione pubblica ma, talvolta, anche l’operato delle istituzioni.  

Talvolta ciò comporta una preoccupante virata in senso populistico ma, fortunatamente, in alcuni casi gli effetti della moral suasion sono invece benefici, in quanto comportano il riconoscimento e la tutela dei diritti dei cittadini. Così, in modo del tutto inaspettato, la controversia fiscale che aveva coinvolto un imprenditore bergamasco si è risolta minimizzando i danni economici. Agenzia delle Entrate Riscossione è infatti tornata sui suoi passi dopo che la settimana scorsa il Giornale aveva evidenziato le macroscopiche anomalie della vicenda (Qui l’articolo in cui ne avevamo parlato).

 

Che cosa era successo?

Il proprietario della società operante nel settore immobiliare aveva, per così dire, un’unica colpa. Ovvero, la tempestività con cui aveva manifestato la propria onestà. Infatti, non appena gli era stato contestato il mancato pagamento dell’IRES (Imposta su reddito delle società),  aveva proceduto a versare l’importo corrispondente e regolarizzare la sua posizione. Per tutta risposta Agenzia delle Entrate Riscossione aveva mostrato i muscoli effettuando un’iscrizione ipotecaria e il pignoramento dei conti correnti. L’ente sosteneva di non aver mai ricevuto il versamento, e quindi pretendeva  che l’importo venisse nuovamente corrisposto.

Ovviamente i legali dell’imprenditore erano passati al contrattacco chiedendo l’intervento della Commissione Tributaria. Nel frattempo però, Giovanna Alessio (direttrice regionale di Agenzia delle Entrate Riscossione) aveva letto l’articolo pubblicato dal Giornale e compreso che era necessario correggere il tiro. Così, le pretese dell’ente sono state considerevolmente ridimensionate, e l’imprenditore dovrà corrispondere solo un’ulteriore somma a titolo di interessi.

Tutto è bene quel che finisce bene, verrebbe da dire. Tuttavia, si può gioire solo a metà, in quanto, se per ottenere giustizia (fiscale) è necessario l’intervento dei media, significa che la burocrazia non svolge pienamente – e correttamente – il suo ruolo…

La redazione

 


 

 

Quali sono gli effetti di una multa e come evitarli?

L’automobile fa parte, nel bene e nel male, della nostra quotidianità

multaSebbene talvolta questa renda più rapidi e agevoli gli spostamenti, è indubbio che, contestualmente, ci obblighi al rispetto di tutta una serie di regole, talvolta anche molto rigide. 

Presi da i mille e uno oneri individuali e familiari a cui dobbiamo adempiere, non sempre ci assicuriamo di guidare in modo corretto … e così fioccano le multe, magari con tempistiche e modi del tutto inaspettati.

Ma qual è l’iter attraverso le multe si perfezionano? 

A cosa va incontro l’automobilista insolvente? Proviamo a fare il punto.

L’interessato deve essere messo al corrente dell’infrazione entro tre mesi dal momento in cui la stessa è avvenuta. Inizia così il conto alla rovescia per presentare opposizione. C’è infatti un mese di tempo, che si raddoppia in caso l’automobilista si rivolga direttamente al Prefetto.

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Se l’ammontare della multa non viene saldato? 

L’ente locale creditore lo iscrive a ruolo, e delega Agenzia delle Entrate Riscossione di incassare per suo conto. La cartella viene quindi recapitata al contribuente, e quest’ultimo entro due mesi deve pagare; in alternativa può intraprendere un’azione legale per contestare l’importo o chiederne la rateizzazione.

Trascorsi i 60 giorni, AER ha facoltà di procedere al pignoramento del conto corrente: il provvedimento viene notificato all’istituto di credito e all’automobilista. Se quest’ultimo non estingue entro ulteriori due mesi il debito, la banca è autorizzata a prelevare l’importo pendente e girarlo all’ente di riscossione.

 

… e se volessi pagare la multa?

Per attutire l’impatto economico sul bilancio familiare, si può accedere alla rottamazione della cartella.

Tanto per cominciare, è necessario verificare che l’infrazione compiuta rientri tra quelle per cui è prevista la definizione agevolata (Legge 148/2017). Dunque, bisogna consultare il Prospetto Informativo redatto da Agenzia delle Entrate Riscossione sulla base delle indicazioni fornite dagli enti locali creditori. In base ai dettami rilasciati da questi, infatti, è stata operata una differenziazione tra carichi definibili e non definibili.

A questo punto l’automobilista può effettuare online la procedura per inoltrare domanda di definizione agevolata, o inviare l’apposito modulo (DA-2017) alla casella di posta elettronica certificata della Direzione Regionale di AER a cui fa capo. La terza opzione è consegnare fisicamente il form presso uno degli sportelli locali dell’ente. In ogni caso il termine ultimo è il 15 maggio 2018.

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Quando puoi opporti a un pignoramento?

Entro il 30 giugno 2018 Agenzia delle Entrate Riscossione deve poi comunicare all’automobilista se la richiesta di rottamazione è stata accolta oppure no.  Nel primo caso gli verrà contestualmente notificato l’importo da pagare, il numero di rate concesse e acclusi i relativi bollettini. Qualora la definizione agevolata venga invece respinta, dovrà corrispondere l’importo originario per intero. 

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La redazione



 

 
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