Cartelle di pagamento, fermi, ipoteche e solleciti. Ciascuno di questi provvedimenti ha le sue peculiarità, anche temporali, e memorizzarle non è semplice. Così il contribuente rischia di fare confusione, privandosi dell’opportunità di veder tutelati i propri diritti.
Proviamo a spiegare le caratteristiche di ciascuna misura, e chiarire in che modo bisogna agire di caso in caso.
La cartella di pagamento “scade” dopo un anno
Agenzia delle Entrate Riscossione te ne ha inviata una, salvo poi non farsi più sentire, e nel frattempo sono trascorsi più di 365 giorni? Se non ricevi un ulteriore sollecito sei al riparo da ipoteche e fermi amministrativi. A ribadire questo principio è stata la Commissione Tributaria Regionale di Milano che, con una recente sentenza (n. 3042/2/2017), si è allineata ai dettami delle Sezioni Unite della Cassazione.
L’intimazione di pagamento ha, peraltro, una durata ben precisa, ovvero 180 giorni, trascorsi i quali AER ne può notificare una ulteriore. Ciascuna comunicazione interrompe il calcolo dei termini di prescrizione facendolo ripartire “da zero”.
Come tutelarsi da pignoramenti & co.
La Stato non può “agitare” contro di te lo spauracchio di questa misura, come pure dell’ipoteca o del fermo amministrativo, se la cartella relativa al debito non ti è stata recapitata da almeno 60 giorni.
Detti provvedimenti devono comunque essere preceduti almeno un mese prima da relativo preavviso, a cui è possibile opporsi entro 60 giorni.
D’altra parte, per liberarti definitivamente del “giogo” costituito dal debito devono essere decorsi i termini della prescrizione, che variano in base al tributo in questione.
Cartelle di pagamento, fermi, ipoteche e solleciti
Ciascuno di questi provvedimenti ha le sue peculiarità, anche temporali, e memorizzarle non è semplice. Così il contribuente rischia di fare confusione, privandosi dell’opportunità di veder tutelati i propri diritti.
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A ribadire questo principio è stata la Commissione Tributaria Regionale di Milano che, con una recente sentenza (n. 3042/2/2017), si è allineata ai dettami delle Sezioni Unite della Cassazione.
L’intimazione di pagamento ha, peraltro, una durata ben precisa, ovvero 180 giorni, trascorsi i quali AER ne può notificare una ulteriore. Ciascuna comunicazione interrompe il calcolo dei termini di prescrizione facendolo ripartire “da zero”.
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La Stato non può “agitare” contro di te lo spauracchio di questa misura, come pure dell’ipoteca o del fermo amministrativo, se la cartella relativa al debito non ti è stata recapitata da almeno 60 giorni.
Detti provvedimenti devono comunque essere preceduti almeno un mese prima da relativo preavviso, a cui è possibile opporsi entro 60 giorni.
D’altra parte, per liberarti definitivamente del “giogo” costituito dal debito devono essere decorsi i termini della prescrizione, che variano in base al tributo in questione.
La redazione