Istruzioni per l’uso
Lo scorso 1 luglio Equitalia è andata in pensione, ed ha preso il suo posto Agenzia delle Entrate – Riscossione. Da quel giorno si sono susseguite una serie di azioni pratiche volte a concretizzare il cambio di gestione dei carichi fiscali dei cittadini.
L’ultimo provvedimento, in ordine di tempo, è stato quello di sabato.
Il 15 luglio, infatti, Ernesto Maria Ruffini, direttore di AER, ha approvato il documento che introduce la modifica la struttura delle cartelle di pagamento. Il nuovo modello entra in vigore retroattivamente a partire dal 1 luglio.
Il provvedimento varato sabato scorso specifica inoltre quale sarà l’iter dei pignoramenti diretti sui conti correnti. Questi scatteranno se il contribuente non salderà il proprio debito entro 60 giorni.
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Il “cambio di look” della cartella esattoriale: perché e in cosa consiste
La modifica della struttura dell’atto si è resa necessaria per esemplificare e snellire il flusso di informazioni destinate al cittadino. L’intento è quello di comunicare in modo comprensibile e immediato le somme da pagare, anche grazie all’utilizzo di diversi colori in corrispondenza dei vari enti creditori.
Così, ad esempio, l’arancione è il colore impiegato per indicare i debiti verso le Agenzie Fiscali, mentre il verde è per quelli relativi a Comuni e Regioni.
La prima pagina della nuova cartella di pagamento riporta la lista degli enti creditori correlata dall’indicazione della motivazione da cui si è originata l’iscrizione a ruolo. Detta sezione, inoltre, è corredata da un quadro riassuntivo degli import dovuti, differenziati tra quelli spettanti all’Ente Creditore, e quelli che fanno capo all’Agenzia di Riscossione.
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La seconda parte è invece incentrata sulla “descrizione dei dati contabili e della causale del ruolo emesso dall’ente creditore con le relative avvertenze”. Qui il contribuente può reperire le informazioni di contatto dell’Agenzia delle Entrate - Riscossione, come pure le indicazioni relative ai metodi di pagamento, alla procedura di richiesta di rateizzazione o sospensione, e all’iter di inoltro di un eventuale ricorso.
Il documento illustra inoltre quali sono le conseguenze del mancato pagamento entro 60 giorni dalla notifica della cartella.
Essendo questa uno strumento “finalizzato a intimare l’assoluzione di un obbligo”, il debito non saldato attribuisce ad AER la facoltà di rivolgersi a terzi – nello specifico banche dati – per ottenere informazioni sul reddito e il patrimonio dell’utente.
L’iscrizione a ruolo è un titolo esecutivo, e dunque autorizza provvedimenti quali il fermo amministrativo dei beni mobili registrati, l’iscrizione di ipoteca sugli immobili e l’esecuzione forzata anche su crediti quali stipendio e pensione depositati sui conti correnti.
La redazione
Quale destino per i contribuenti che hanno vecchie (o nuove) cartelle esattoriali?
13.07.2017 12:08Il primo luglio Equitalia è andata in pensione
Agenzia delle Entrate – Riscossione è l’ente che, a partire da quella data, la sostituisce in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi. Si può parlare, come ha rilevato La Legge Per tutti, di una sorta di successione ereditaria.
In queste settimane una parte preponderante dell’attività di Aer è catalizzata dall’entrata a regime della procedura di definizione agevolata relativa alle vecchie cartelle esattoriali.
Che succede però ai contribuenti che non hanno chiesto di accedere alla rottamazione, pur avendo un debito? Quale “destino” spetta poi alle cause intraprese contro Equitalia, e tuttora aperte? Proviamo a fare il punto.
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Ho una cartella in sospeso: cosa devo fare?
Come già spiegato, il vecchio ente di riscossione e Aer sono uniti da un legame di continuità. Così, eventuali debiti pregressi nei confronti di Equitalia “traslocano” automaticamente nella nuova agenzia, che non è tenuta a ulteriori comunicazioni. Inoltre, il calcolo dei termini di prescrizione non si è interrotto e azzerato il primo luglio, ma, al contrario, procede regolarmente.
Chi ha ricevuto una cartella esattoriale da Equitalia prima di due mesi fa può fare ricorso, ma, ovviamente, nei confronti di Agenzia delle Entrate – Riscossione.
Quale “sorte” per le cause attive?
Presumibilmente, già a partire dalla prima nuova udienza al difensore di Equitalia subentrerà quello di Aer. Quasi certo, peraltro, che a svolgere il ruolo di legale sia la stessa persona. In ogni caso, è bene che il contribuente si accerti che questo disponga di procura, e che la stessa sia stata conferita seguendo la procedura prevista, ovvero per iscritto.
Se invece Agenzia delle Entrate – Riscossione dovesse scegliere di non partecipare al processo, questo verrebbe interrotto, e spetterebbe al cittadino decidere se continuare a perseguire le vie legali o no. Farlo gli sarebbe utile solo se è stato lui ad avviare la causa, in precedenza.
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E se voglio impugnare una cartella di Aer?
È necessario tenere d’occhio il calendario. Infatti, l’arco di tempo a tua disposizione varia in base al tipo di tributo. Per le multe stradali, ad esempio, hai a disposizione un mese; 40 giorni, invece, se si tratta di contributi Inps o Inail, e due mesi in tutti gli altri casi.
Può succedere che la cartella esattoriale non ti sia stata notificata, e quindi scopri di avere un debito solo nel momento in cui si arriva al pignoramento, o al preavviso di fermo. In tal caso, dopo aver ricevuto l’estratto di ruolo allo sportello, puoi procedere alla contestazione.
L’impugnazione è possibile, inoltre, in questi casi:
- assenza di indicazioni che consentano di individuare la natura del tributo, l’ammontare del capitale e quello degli interessi;
- mancata specifica del numero di cartella, delle ente titolare del credito, e di termini e modalità per fare ricorso:
- illeggibilità del timbro relativo alla data di consegna dell’atto.
La redazione
Debiti: quando la vendita di un immobile si trasforma in svendita
12.07.2017 12:12Debiti
In caso di importi non saldati, spesso l’estrema ratio, per il creditore, è rappresentata dal pignoramento dei beni dell’interlocutore. L’asta che ne segue, tuttavia, non costituisce in automatico la soluzione dei problemi delle parti; al contrario, può portare con sé uno strascico fatto di insoddisfazione reciproca, e senso di ingiustizia. La vicenda di Paolo Pescali, architetto e imprenditore operante in Lombardia, ne è la prova lampante.
Il 5 luglio scorso l’uomo ha protestato fuori dal Tribunale di Pavia per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema delle aste. Laddove, infatti, non si concretizza in tempi rapidi l’interesse di un acquirente, i tentativi di vendita si susseguono, determinando, nel tempo, un sostanziale ribasso del valore dei beni da liquidare.
Nel caso specifico Paolo Pescali ha visto ridurre del 90% circa il valore dei suoi beni, a seguito di sette aste effettuate. “La vendita coincide, a oggi, con un nulla di fatto, in quanto solo la metà circa del ricavato verrà utilizzata per saldare il debito iniziale. La restante verrà utilizzata per coprire le spese relative alle procedure giudiziarie precedenti, che sono andate deserte”. Così l’uomo.
I problemi per l’imprenditore erano iniziati cinque anni fa, con il pignoramento dei beni di proprietà della Sezione Aurea, la sua società immobiliare. Il settore dell’edilizia stava affrontando un periodo buio, e così era stata chiesta agli istituti di credito una proroga dei finanziamenti concessi. Il rifiuto opposto aveva generato un debito di circa 750mila euro, e comportato il “congelamento” di un valore di circa 600mila euro.
Così, è iniziato il “valzer” delle aste. Le prime cinque si sono risolte, praticamente, in un buco nell’acqua, nonostante il drastico abbassamento del prezzo dei beni di Paolo Pescali. Il sesto tentativo di vendita, invece, ha portato alla liquidazione di un lotto per una somma pari circa a 20mila euro. A quel punto i tre rimanenti sono stati rimessi a gara con una base di 80mila euro ma con la possibilità di presentare offerte a partire da 60mila.
L’acquirente si materializza, ma l’incasso è magro: parliamo infatti di un importo equivalente al 14% del valore dei beni.
La protesta portata avanti nei giorni scorsi da Paolo Pescali ha avuto l’intento di far riflettere i cittadini (e soprattutto gli addetti ai lavori) sulla dannosità del meccanismo che comporta l’abbassamento sostanziale e brusco dei prezzi d’asta, a seguito dei tentativi di vendita infruttuosi. Quanti altri casi come il suo dovranno verificarsi, prima che siano apportate misure correttive alla procedura?
“Giù le mani dalla prima casa”. Assolta ex imprenditrice piemontese
Nel frattempo, da Asti arriva una buona notizia per quanto riguarda i cittadini che hanno conti in sospeso con l’Agenzia di Riscossione. Infatti Valentina Maggiora e la madre sono state scagionate dall’accusa di frode mossa loro dal Fisco.
La donna aveva visto lievitare, a partire dal 2007, il suo debito verso Equitalia, finchè la cifra complessiva era arrivata a circa 200mila euro. Valentina Maggiora aveva poi deciso di vendere alla madre l’abitazione di proprietà in cui viveva, ma la transazione aveva messo in allarme l’Agenzia di Riscossione. Questa aveva infatti parlato di “sottrazione fraudolenta in concorso al pagamento di imposte”.
Il giudice ha assolto le donne accogliendo le motivazioni presentate dalla difesa, che ha sottolineato come non possa essere intaccata la prima casa. Contestualmente, ha fatto presente che Equitalia si sarebbe potuta rivalere sui terreni agricoli di proprietà della famiglia, ma presumibilmente questi ultimi sono stati oggetto di una valutazione al ribasso.
La redazione