Il peggior nemico di chi denuncia
L’intervento congiunto delle associazioni dei consumatori e dei media ha permesso, negli ultimi anni, di scoperchiare il calderone degli illeciti bancari e dell’usura.
Sul territorio si organizzano incontri di sensibilizzazione, si esortano gli interessati a denunciare, ma in pochi si chiedono cosa succede dopo. Purtroppo il quadro non è confortante…
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Potenza: vittoria a metà per Michele Satriani
È dei giorni scorsi la notizia che l’ex direttore di una delle sedi di Potenza del Monte dei Paschi di Siena è stato condannato a due anni di reclusione per aver applicato tassi d’interesse superiore a quelli soglia.
La pena, tuttavia, è sospesa.
Contestualmente, quelli che hanno ricoperto il medesimo ruolo in precedenza se la sono cavata grazie alla prescrizione del reato.
All’origine della vicenda
c’era stata la denuncia di Michele Satriani, proprietario della Socitel, società di telecomunicazioni. L’uomo aveva dichiarato di aver subito illeciti bancari nella gestione di un conto corrente ordinario e di tre conti anticipi fatture.
Molte erano state, in passato, le iniziative - anche dimostrative - organizzate da lui per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto accaduto. Nella speranza di ottenere giustizia Michele Satriani aveva tentato di accendere i riflettori sulla sorte della sua azienda, fondata nel 1990 e falciata da un sistema “che colpisce gli imprenditori onesti a vantaggio degli istituti di credito”.
La giustizia “delle inaugurazioni” ha lasciato solo Giuseppe Licari
È una vicenda che mischia rabbia e dignità, quella che vede protagonista l’imprenditore odontotecnico catanese.
Per non dimenticarla, per andare oltre la retorica della cerimonie “istituzionali” e nella speranza che il passaparola possa offrirgli l’ancora di salvezza che non ha trovato per il momento, il CNA del capoluogo siciliano gli ha offerto la parola nei giorni scorsi.
Struggente la sua testimonianza, che dimostra quanto male possono fare le promesse non mantenute.
Soprattutto se arrivano da parte di chi, teoricamente, dovrebbe occuparsi del bene dei cittadini.
Vittima del racket dell’estorsione
Giuseppe Licari aveva trovato il coraggio di denunciare, confidando in un futuro sereno, alla luce del sole, e all’insegna dell’onesto lavoro, per sé e per la propria famiglia. Dallo Stato arrivarono dei fondi ad hoc, che furono impiegati per ripartire con una nuova attività.
L’incubo
Iniziò subito dopo quell’inaugurazione sigillata da tante presenze (e premesse) importanti.
Infatti i finanziamenti non furono sufficienti a coprire le spese da sostenere, e Giuseppe Licari dovette rivolgersi alle banche. Tuttavia, essendosi “macchiato” di insolvenza, nessuna di loro gli concesse una seconda chance.
Anzi, per un crudele paradosso, furono proprio alcuni funzionari in giacca e cravatta a proporgli, più o meno velatamente, di rivolgersi nuovamente agli usurai...