Una vita adrenalinica, quella di chi guida
Non (sol) tanto perché non si può sapere in anticipo chi saranno gli altri che, contemporaneamente, si metteranno in cammino, ma anche e soprattutto perché tasse e balzelli a carico degli utenti si moltiplicano come funghi. Stavolta potrebbe essere il turno del bollo auto per le strade statali. A parlarne, in questi giorni, è stato il Messaggero, che ha riportato un’indiscrezione secondo cui sarebbe stata presentata una bozza in merito al Tesoro.
L’intento del Governo sarebbe quello di liquidare l’ANAS pigiando l’acceleratore sulle privatizzazioni, per realizzare le quali Società Autostrade deve incassare almeno due miliardi di euro. Dal canto suo, al momento, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti smentisce l’eventualità di introdurre questo ulteriore bollo. Sempre nell’ottica di fare cassa qualcuno avrebbe pensato anche a una quota delle accise sulla benzina, ma l’ipotesi sarebbe stata accantonata a causa delle marcate variazioni dei prezzi di mercato.
Di cosa si tratta?
Il bollo collegato alle strade statali richiamerebbe le “vignette” utilizzate in Svizzera, dove sia gli automobilisti residenti che di passaggio devono versare un’imposta annua di circa 40 euro. Il relativo contrassegno deve poi essere apposto sul parabrezza del veicolo.
La tassa riguarderebbe quindi, indistintamente, tutto il territorio nazionale, andandosi ad aggiungere agli importi già versati per quanto riguarda telepass e pedaggi autostradali.
Il bollo auto per le strade statali penalizzerebbe i cittadini da almeno due punti di vista: non solo, infatti, graverebbe in egual misura su automobilisti abituali e occasionali, ma sarebbe anche completamente slegato dai chilometri percorsi.
La reazione delle associazioni dei consumatori
Non appena l’indiscrezione è stata resa nota, il Codacons ha espresso il suo dissenso. In una nota, infatti, ha annunciato il ricorso al TAR qualora la misura diventi operativa. «I cittadini sovvenzionano già l’ANAS, le strade statali e la manutenzione delle stesse attraverso le tasse. Tuttavia, il servizio che ne deriva è francamente imbarazzante, come dimostrano le condizioni in cui versano molti tratti nazionali. In alcuni frangenti, infatti, a pagare gli automobilisti dovrebbe essere l’ente, perché non si contano i problemi a cui vanno incontro». Così Rienzi.