Estinguere le pendenze con Equitalia risparmiando soldi e preoccupazioni?
Meglio non lasciarsi sedurre da sirene (fin troppo) accessibili. Parliamo della definizione agevolata, inserita nel D.L. n. 193/2016, che contempla la possibilità di saldare i debiti con il Fisco al netto di sanzioni e interessi di mora. La misura, a cui è possibile aderire presentando relativa domanda entro il 31 marzo, ha già riscosso un considerevole successo. Basti pensare che, in soli due mesi, sono pervenute più di 100mila domande.
Nei giorni scorsi a lanciare il monito/allarme indirizzato ai contribuenti è stato Rocco Guerriero, Presidente di CesConsumatori. Il suggerimento per i cittadini? Sottoscrivere la definizione agevolata solo dopo aver valutato attentamente costi e benefici previsti.
“Rottamare”: quando permette davvero di risparmiare?
Aderire alla misura prevista dal D.L. n. 193/2016 rappresenta una scelta azzeccata in caso di debiti di modesta entità, o per chi ha già perso in giudizio. A fare da contraltare al consistente taglio dell’importo da pagare c’è infatti l’obbligo di estinguere la pendenza entro un anno e due mesi, sborsando il 70% del totale entro novembre 2017.
Peraltro, chi ha giudizi pendenti in corso, dovrà rinunciare a qualunque, ulteriore, azione. Gli aspetti più delicati, però, sono probabilmente quelli legati alla perentorietà con cui è necessario onorare le scadenze. Paghi anche solo con un giorno di ritardo una qualunque rata? Decadi immediatamente dalla rottamazione.
“Prevenire … è meglio che curare”
Insomma, meglio attivarsi per evitare sgradite sorprese. Rocco Guerriero consiglia di rivolgersi a un esperto per un calcolo tempestivo e accurato della somma che verrebbe abbattuta, e solo successivamente, se il risultato è stato interessante, inoltrare domanda di definizione agevolata. Infatti, l’elaborazione del prospetto da parte di Equitalia è già vincolante.
«La definizione agevolata? Favorirà solo i grandi evasori»
Non ci gira intorno, Fabio Di Stasio, direttore di Artigianfidi, e anzi evidenzia le abissali differenze che intercorrono tra Italia e Germania sul tema evasione fiscale. I tedeschi, infatti, hanno varato una legge che colpisce i “pesci grossi”. Per tutta risposta, invece, nel nostro Paese, ci si concentra su provvedimenti quali la rottamazione, il cui primo bersaglio sono i piccoli contribuenti.