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Notizie

I cittadini portano in Tribunale Equitalia. «Uniti vinceremo»

L’economia sarda è in profonda crisi … e i cittadini si organizzano. Così, è stata avviata una class action contro l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia Riscossione. A promuovere l’iniziativa è stato il Movimento Sardegna Zona Franca; a darne notizia è stato l’avvocato Francesxco Scifo, che già quattro anni fa era intervenuto nei confronti di Equitalia. 
La class action è sostenuta dal Movimento Artigiani e Commercianti Liberi Sardegna, dall’Associazione Giuristi Indipendenti e dal Movimento 5 Stelle. Dal canto suo la presidentessa del Movimento Sardegna Zona Franca è attiva da tempo nella promozione di dibattiti e incontri finalizzati a rendere nota la vicenda dei falsi dirigenti. 
«È in corso un'azione giudiziaria collettiva da me patrocinata contro queste amministrazioni fiscali, per contrastare le mancate applicazioni delle leggi e della Costituzione: il primo round è andato a loro ma dobbiamo appellare e vincere». Così Scifo. 
Il Movimento Sardegna Zona Franca si propone di coordinare tutti i cittadini sardi che mirano al raggiungimento del regime doganale e fiscale della zona franca integrale, così da attenuare il gap esistente tra la Sardegna e il resto d’Italia (e d’Europa). 

L’economia sarda è in profonda crisi … e i cittadini si organizzano. Così, è stata avviata una class action contro l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia Riscossione. A promuovere l’iniziativa è stato il Movimento Sardegna Zona Franca; a darne notizia è stato l’avvocato Francesxco Scifo, che già quattro anni fa era intervenuto nei confronti di Equitalia.

La class action è sostenuta dal Movimento Artigiani e Commercianti Liberi Sardegna, dall’Associazione Giuristi Indipendenti e dal Movimento 5 Stelle. Dal canto suo la presidentessa del Movimento Sardegna Zona Franca è attiva da tempo nella promozione di dibattiti e incontri finalizzati a rendere nota la vicenda dei falsi dirigenti.

«È in corso un'azione giudiziaria collettiva da me patrocinata contro queste amministrazioni fiscali, per contrastare le mancate applicazioni delle leggi e della Costituzione: il primo round è andato a loro ma dobbiamo appellare e vincere». Così Scifo.

Il Movimento Sardegna Zona Franca si propone di coordinare tutti i cittadini sardi che mirano al raggiungimento del regime doganale e fiscale della zona franca integrale, così da attenuare il gap esistente tra la Sardegna e il resto d’Italia (e d’Europa). 

 

Equitalia: i “sopravvissuti” spiegano perché non vale la pena suicidarsi

Storie di ordinaria follia burocratica, sono quelle che vedono protagonisti i contribuenti italiani in contrapposizione all’Agenzia di Riscossione. 

Talvolta all’origine di tutto ci sono cifre irrisorie. Ridicole, se si vuole, ma i malcapitati non ci pensano minimamente a ridere, perché sanno bene che una controversia, se persa, può rappresentare l’inizio della fine.

A Treviso, per esempio, un 70enne si è visto bussare alla porta da Equitalia. L’importo in sospeso sarebbe di 48 centesimi, derivanti da una multa pagata in ritardo 15 anni fa. L’uomo ha appreso dell’esistenza di questa pendenza solo qualche settimana fa. All’origine di tutto, un’infrazione al codice della strada compiuta l’8 gennaio 2001, e che gli era costata 120 euro.

I 48 centesimi, frutto del diritto di mora, potrebbero determinare il recupero forzoso, che significherebbe il pignoramento del quinto della pensione.

Fabio Sartori ha visto invece concludersi favorevolmente almeno il “primo tempo” della battaglia che lo vede contrapposto all’Agenzia di Riscossione. Una vittoria determinata, almeno in parte, dalla sua voglia di combattere contro un’ingiustizia che rischiava di sfociare in una pretesa economica del tutto sproporzionata.

L’uomo gestisce insieme alla famiglia una trattoria rilevata 15 anni fa. Il fulmine a ciel sereno è arrivato dopo aver ristrutturato il locale. Una cartella esattoriale “pesante” quasi 190mila euro determinati da uno scarico dell’IVA giudicato non dovuto. Fabio Sartori aveva pensato addirittura di cedere l’attività, dilaniato dal dubbio: estinguere la pendenza con Equitalia, o assicurare uno stipendio a chi lavora con lui? Per fortuna i suoi cari non lo hanno mai abbandonato.

«Quando ti succede una cosa come questa, alla fine ti senti sempre solo se non hai una famiglia grande e forte alle spalle, che ti sostiene e ti incoraggia quando cercano di annientarti, di aggredire i tuoi averi e di farti passare la voglia di combattere». E il messaggio lanciato a chi teme di essere sul punto di crollare è forte e chiaro. «Se c'è qualcuno che per colpa loro vuole mollare tutto, con la vita e con l'attività, io dico: pensateci bene, non vincono sempre».

90 giorni di tempo per far “dimagrire” il debito con Equitalia

21 gennaio. Questa è la data ultima per aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali, cancellando con un colpo di spugna sanzioni e interessi. Il documento relativo al Decreto Fiscale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sancisce la possibilità di beneficiare del pagamento ridotto facendone richiesta entro 90 giorni. Da qui a due settimane, invece, l’Agenzia di Riscossione dovrà rendere noto il modulo per usufruirne. 
Nel momento in cui viene inoltrato il modello, si bloccano i termini di prescrizione e decadenza, come pure le azioni esecutive del Fisco (ganasce e pignoramento); sono confermati solo gli interventi già posti in essere.  
La rottamazione, che riguarda anche le iscrizioni a ruolo effettuate da concessionari diversi da Equitalia, si riferisce ai ruoli maturati nel periodo compreso tra il 2000 e il 2015. Il provvedimento interessa anche l’IVA, a patto che non si riferisca al pagamento all’importazione. 
Quando presenterà il modulo di adesione alla rottamazione il contribuente potrà anche comunicare la sua (eventuale) decisione di dividere la somma da pagare in quattro tranche.  Entro il 22 giugno poi, il concessionario dovrà rendere noto ai contribuenti l’ammontare totale e quello delle singole rate, con relativa data di scadenza. 
Le prime due tranche ammonteranno, ciascuna, a un terzo dell’importo complessivo, e le ultime due a un sesto.  A ogni modo, le prime tre dovranno essere saldate entro il 15 dicembre 2017, e l’ultima entro il 15 marzo 2018.
Chi non pagherà o lo farà con ritardo vedrà compromesso il meccanismo della rottamazione. 
21 gennaio

Questa è la data ultima per aderire alla rottamazione delle cartelle esattoriali, cancellando con un colpo di spugna sanzioni e interessi. 

Il documento relativo al Decreto Fiscale è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e sancisce la possibilità di beneficiare del pagamento ridotto facendone richiesta entro 90 giorni. Da qui a due settimane, invece, l’Agenzia di Riscossione dovrà rendere noto il modulo per usufruirne.

Nel momento in cui viene inoltrato il modello, si bloccano i termini di prescrizione e decadenza, come pure le azioni esecutive del Fisco (ganasce e pignoramento); sono confermati solo gli interventi già posti in essere.  

La rottamazione, che riguarda anche le iscrizioni a ruolo effettuate da concessionari diversi da Equitalia, si riferisce ai ruoli maturati nel periodo compreso tra il 2000 e il 2015. Il provvedimento interessa anche l’IVA, a patto che non si riferisca al pagamento all’importazione.

Tempi per la presentazione

Quando presenterà il modulo di adesione alla rottamazione il contribuente potrà anche comunicare la sua (eventuale) decisione di dividere la somma da pagare in quattro tranche.  Entro il 22 giugno poi, il concessionario dovrà rendere noto ai contribuenti l’ammontare totale e quello delle singole rate, con relativa data di scadenza.

Le prime due tranche ammonteranno, ciascuna, a un terzo dell’importo complessivo, e le ultime due a un sesto.  

A ogni modo, le prime tre dovranno essere saldate entro il 15 dicembre 2017, e l’ultima entro il 15 marzo 2018.

Chi non pagherà o lo farà con ritardo vedrà compromesso il meccanismo della rottamazione. 

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